Spermiocoltura

Capita sempre più di frequente di imbattersi in uomini con problemi di infertilità dovuti a infezioni di origine batterica. Si tratta spesso di patologie asintomatiche, scoperte solamente in occasione di un desiderio di paternità che stenta a concretizzarsi. In particolare, registriamo un aumento di pazienti con HPV, Escherichia Coli, Micoplasmi e Clamidia: infezioni che possono essere asintomatiche, ma che possono provocare infertilità/poliabortività o comunque danneggiare la qualità del liquido spermatico.
Le capacità riproduttive nell'uomo sono in calo: negli ultimi due decenni è stata riscontrata una diminuzione della quantità media degli spermatozoi prodotti con un significativo calo della motilità. Quantità e motilità sono anche tra i due indicatori più importanti che possono dare delle informazioni utili sulle capacità riproduttive in un uomo. Andando a danneggiarne una, oppure entrambe, ci troviamo davanti a una condizione di infertilità maschile. Decisamente in aumento sono i casi di uomini nei quali è stato diagnosticato il papillomavirus senza che gli stessi ne fossero a conoscenza.

Oltre al rischio di provocare il cancro alla propria partner, l'HPV nel liquido seminale può peraltro diminuire la fertilità: sull'apparato riproduttivo maschile questo virus può provocare l'astenozoospermia, ovvero ridotta o assente motilità degli spermatozoi che è una frequente causa di infertilità nell'uomo. Inoltre, il batterio Escherichia Coli rappresenta a sua volta un rischio per la fertilità dell'uomo: se arriva all'apparato genitale, può influire sulla qualità del liquido spermatico, quindi influire sul grado di fertilità. Dall’orifizio dell’uretra sul glande iniziano le vie seminali che proseguono con il canale uretrale, i dotti eiaculatori, le vescicole seminali, la prostata, i dotti deferenti e gli epididimi (Fig.1), essendo in comunicazione con l’esterno possono essere la via di penetrazione di germi provenienti da altre strutture.
I germi possono penetrare nelle ghiandole periuretrali dell’uretra anteriore che producono il liquido lubrificante durante la fase eccitatoria e determinare una “uretrite anteriore” con produzione di secreto bianco, filante, specie la mattina, bruciori a riposo o durante la minzione ed eiaculazione.
I germi possono risalire le vie seminali e produrre una Cowperite, una prostatite o prostato vescicolite. Frequenti sono le epididimiti ed orchio-epididimiti. In questi casi la via seminale non riesce più a svolgere la sua funzione di via di deflusso degli spermatozoi e dello sperma e non riesce più a produrre quelle sostanze e fluidi fondamentali per garantire la vita e la motilità degli spermatozoi.
Frequenti le Chlamydie e i Mycoplasmi che richiedono procedure speciali di riconoscimento e di trattamento.I micoplasmi sono batteri di piccole dimensioni comuni saprofiti delle mucose genitali e orali; nelle vie genitali ne sono state individuate 3 specie: ureaplasma urealiticum, micoplasma hominis e micoplasma genitalium.
Aderiscono alla membrana plasmatica degli epiteli urogenitali, penetrano all'interno delle cellule e diffondono verso i tessuti profondi determinando così danno cellulare. Nell'uomo possono determinare uretriti non gonococciche (30%), prostatiti e prostato-vescicoliti subacute spesso accompagnate da emospermia, frequenti sono le forme asintomatiche.
L'ureaplasma urealiticum è una infezione batterica molto comune che colpisce fino al 70% delle donne e degli uomini.
L'ureaplasma urealiticum se non trattato adeguatamente può coinvolgere i testicoli e la prostata mettendo a serio rischio la fertilità dell'uomo.
Le specie: micoplasma hominis e ureaplasma urealiticum sono state messe in relazione con disordini della riproduzione; l'ureaplasma è stato spesso isolato dallo sperma e dal contenuto delle vescicole seminali di soggetti infertili, in questi pazienti il liquido seminale presenta caratteri che lo differenziano da quello normale per volume dell'eiaculato che risulta superiore alla norma, per numero di spermatozoi che appare diminuito, per una loro minore motilità e per un aumento delle forme immature. Si è anche notato un aumento del pH del liquido seminale che è da far risalire all'attività metabolica del microorganismo.
E' ormai accertato come i micoplasmi e in particolar modo l'ureaplasma, siano responsabili di una diminuzione della motilità degli spermatozoi con ripercussioni sulla loro attività per effetti dovuti ad alterazioni morfologiche come anche per effetti indiretti dovuti ad alterazioni funzionali. Il momento iniziale del fenomeno è connesso con l'espressione della caratteristica adesività di questi microorganismi che mostrano uno spiccato tropismo per la zona del colletto dello spermatozoo. Alla fase di adesione seguirebbe per così dire una fase di natura biochimica: un enzima prodotto dai micoplasmi, la neuraminidasi, modificando l'acido sialico concentrato nell'acrosoma, verrebbe a compromettere l'attività motoria dello spermatozoo per connessa alterazione delle cariche elettriche superficiali; alle alterazioni funzionali concorrerrebbero inoltre la produzione di sostanze spermiotossiche e anticorpi specifici, presenti nelle secrezioni e soprattutto nel liquido seminale i quali, legandosi ai microorganismi adesi, determinerebbero una spermioagglutinazione.
In letteratura è stata descritta una diminuzione della capacità di fecondazione o un aumento del numero degli aborti spontanei in pazienti che si sottopongono a IVF nei casi in cui l'ureaplasma urealiticum fosse presente nel liquido seminale. Nel caso di infezioni delle vie seminali ci possono essere, quindi, dolori locali ai testicoli, agli epididimi, alla regione perineale, al canale urinario. Frequenti i disturbi urinari, alla eiaculazione e alla erezione. Può esserci febbre. MA PIU’ SPESSO NON SI AVVERTE NESSUN SINTOMO, da qui ne consegue che le coppie infertili e le coppie con poliabortività debbano eseguire oltre allo spermiogramma, la spermiocoltura con antibiogramma, con ricerca di germi comuni, miceti e soprattutto Chlamydia e Mycoplasma.
Solo in casi particolari e selezionati si può cercare l’HPV nell’uomo tramite tampone.